La distanza cinematografica e il lensing

In base a quale criterio s’individua la lunghezza focale più adatta a una particolare ripresa?

Prima di tutto in base alla resa prospettica che si desidera ottenere. La resa prospettica è determinata dalla distanza di ripresa, che si traduce nella distanza che lo spettatore percepisce tra stesso e ciò che appare sullo schermo, ossia nella cosiddetta distanza cinematografica. Solo quando si tratta di dettagli o particolari la distanza cinematografica non è più in gioco e lo spettatore smette di identificare il proprio sguardo con quello della camera, di percepire sé stesso in relazione a ciò che vede sullo schermo. In ogni altro caso lo spettatore si sentirà tanto vicino al soggetto inquadrato quanto lo sarà stata la camera in fase di ripresa. Si sentirà quindi molto più vicino all’attore osservando un piano medio girato a 20mm piuttosto che un primo piano girato a 135. La porzione di campo inquadrata è secondaria.

In sintesi: guardando un film l’osservatore identifica il proprio sguardo con quello della macchina da presa. Tanto più la macchina da presa sarà vicina ai soggetti inquadrati, tanto più l’osservatore si sentirà dentro la scena.

Una diversa resa prospettica comunica una diversa distanza tra i piani in scena, caratterizzando le immagini in maniera determinante e stabilendo una particolare relazione tra soggetto e ambiente. Una resa prospettica molto accentuata è in genere inadatta ai primi piani, in quanto altera in maniera evidente i lineamenti del viso. Per questo motivo è raro che si utilizzino focali corte per i piani più stretti.

Ovviamente la scelta della focale più adatta a una determinata ripresa in termini di resa prospettica è per forza di cose subordinata a eventuali costrizioni tecniche o ambientali. Se ad esempio si ha esigenza di realizzare un campo a tre in uno spazio angusto che impedisce di comporre l’inquadratura con focali più lunghe di 20mm, è chiaro che queste saranno escluse. Lo stesso tipo di limitazione si può verificare quando si necessita di una lente particolarmente veloce o dotata di una qualche altra caratteristica o funzione specifica, come una buona correzione della distorsione geometrica o la possibilità di basculaggio.

In conclusione il lensing, ossia l’arte di scegliere l’obiettivo più adatto a una data ripresa, si basa sull’individuare il compromesso migliore tra la soddisfazione di tutte le esigenze in gioco, in virtù di un’approfondita conoscenza del linguaggio cinematografico e dei mezzi a disposizione.

Alcuni esempi in relazione a un sensore 27mm

Immagine 20mm

20mm
La ridotta distanza tra camera e soggetto fa sentire l’osservatore come se si trovasse al tavolo col personaggio.

Immagine 24mm dall'alto

24mm
Nonostante la dimensione del personaggio all’interno del frame sia molto simile a quella della ripresa precedente, la focale più lunga allontana il punto di vista. Questa sensazione di maggior distanza è prodotta anche dal punto di ripresa situato a un’altezza innaturale.

Immagine 24mm

24mm
La ripresa è decisamente simile a quella appena vista ma il punto camera altezza occhi immerge lo spettatore nello spazio ripreso.

Immagine 28mm

28mm
In questo primo piano dal basso il punto di ripresa è insolito ma abbastanza naturale, come da seduti a terra. L’osservatore ha modo di sentirsi integrato nella scena, di sentire proprio il punto di vista della camera e di percepire come vicino il personaggio inquadrato.

Immagine 58mm

58mm
Un altro primo piano. La focale più lunga impone un punto di ripresa più distante e dilata lo spazio immaginario tra osservatore e soggetto inquadrato.


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