Introduzione

Possedere obiettivi che si conoscono a fondo e che siano sempre disponibili per qualsiasi progetto può rivelarsi molto utile. Per questo motivo, lavorando come direttore della fotografia, ho considerato l’acquisto di un corredo di ottiche cinematografiche. Esaminate le scarse possibilità di rientrare in tempi ragionevoli di un simile investimento, anche perché ogni film esige una sua estetica e non esiste un obiettivo adatto a qualsiasi produzione, ho deciso di valutare le ottiche fotografiche. Quelle autofocus, concepite per favorire la velocità della messa a fuoco automatica, sono quasi tutte improponibili; le corse di fuoco di questi obiettivi sono eccessivamente brevi e non permettono un sufficiente controllo né una precisione adeguata nelle transfocature; inoltre, non essendo ottimizzate per l’utilizzo manuale, queste lenti offrono spesso ghiere della messa a fuoco scomode e imprecise. È così che sono arrivato alle ottiche fotografiche dell’era analogica, ossia ai famosi obiettivi vintage. Dal momento che un corredo fotografico non può svolgere le funzioni di uno cinematografico ho puntato a una lineup da impiegare per le produzioni più piccole e per i progetti personali, accettando una comodità di utilizzo e un’uniformità di resa inevitabilmente ridotte.

In un processo di ricerca che ha richiesto anni ho testato ogni obiettivo fotografico manuale che offrisse, quanto meno sulla carta, le caratteristiche che stavo cercando e che ho elencato nel capitolo I criteri di preselezione degli obiettivi. Ciò mi ha permesso di acquisire un bagaglio di conoscenze molto ampio e al contempo estremamente mirato, che ho deciso di trasferire su queste pagine.

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Breve demistificazione degli obiettivi vintage